MINUS E PLUS, NON TUTTO IL MALE VIEN PER NUOCERE!
di Cristian Cecconi | pubblicato il 17 settembre 2018
Il ritorno della volatilità nei mercati finanziari ha generato e genererà situazioni in cui gli investitori, nel momento in cui vendono un determinato strumento finanziario, possono incassare una perdita.
Questa perdita, detta minusvalenza, non è sempre e comunque cosa negativa… proprio come una moneta ha due facce, dal lato negativo genera perdite ma dall’altro proprio queste perdite possono essere recuperate e compensate con guadagni, detti plusvalenze, derivanti da altri strumenti finanziari.
Ma andiamo con ordine, iniziamo specificando che in Italia la tassazione sulle rendite finanziarie oggi risulta essere molto più elevata rispetto al passato: fino al 2011 vi era un’unica aliquota pari al 12,5%, nel 2012 è passata al 20% e dal 1° luglio 2014 è arrivata al 26% salvo che per i titoli di stato ed equiparati emessi dalla c.d. “white list” che sono rimasti ancorati alla vecchia tassazione del 12,5%.
Ecco perché è fondamentale una pianificazione ed una ottimizzazione fiscale dei propri investimenti!
I redditi finanziari si distinguono in redditi di capitale e redditi diversi.
I primi sono costituiti da tutti quei guadagni certi cioè che, io acquirente di quel determinato strumento finanziario, conosco già in partenza a quanto ammonteranno; ne sono esempio interessi su conti/depositi/libretti, cedole di obbligazioni, dividendi di azioni, ETF e fondi comuni d’investimento.
I redditi diversi invece derivano da guadagni incerti come plusvalenze su cessione titoli, cedole condizionate, cambi valutari.
E’ importante fare questa distinzione perché solo i redditi diversi possono andare a compensare le minusvalenze, indipendentemente da quale strumento le abbia generate!
Le eventuali minusvalenze possono comunque essere compensate nei 4 anni successivi al momento in cui si sono generate, ci si crea il così detto zainetto fiscale che viene certificato dalla tua banca e ti permette di compensare anche in momenti diversi fino a quando questo zainetto non arriva a saldo 0.
Allego uno schema che semplifica e chiarisce il meccanismo sopra descritto e ne farò un esempio pratico:
hai acquistato € 100.000,00 di azioni un anno fa al prezzo di 100,00 € ciascuna, oggi vuoi rivenderle ed il loro prezzo unitario è di 90,00 €, si genera così una minusvalenza di 10.000,00 €.
Sempre un anno fa hai acquistato un certificate per altri 100.000,00 € al prezzo di 100,00 € ciascuno e oggi rivendendolo varrebbe 115,00 € cadauno, generando così una plusvalenza di 15.000,00 €;
se questa plusvalenza fosse generata da un altro strumento (tipo ETF, cedole di obbligazioni…) dovresti pagare tasse pari al 26% sui 15.000,00 € guadagnati (cioè 3.900,00 €), ma essendo un guadagno derivante da certificate (quindi redditi diversi) puoi compensare i 15.000,00 € di guadagno con i 10.000,00 € di perdita precedentemente incassata con le azioni pagando così il 26% esclusivamente sui 5.000,00 € di differenza (cioè 1.300,00 €)!
Ma se non hai un consulente finanziario chi può spiegarti ed aiutarti in tutto questo?
Continueresti a pagare tasse sui guadagni ed incassare le perdite senza recuperare nulla!
Se questo non è un bel vantaggio per te…